Ringraziamo gli amici dello Sport Club Genova 1913 per l’iniziativa e per il materiale fornito, COMPLIMENTI!!

il Genova per GENOVA – cronaca della giornata

a) Perché in bicicletta … si pensa

Un paio di mesi fa, pochi giorni dopo il tragico crollo del Ponte Morandi a Genova, un nostro ciclista, Fabrizio, racconta che pedalando per le strade della Sardegna si vede fermare e chiedere se la maglia indossata, con quella grande scritta Genova, fosse in ricordo delle vittime e in solidarietà degli sfollati della città ligure spezzata in due. Quasi con dispiacere, risponde di no, ma poi, pedalando per quelle strade, pensa: “in fondo oggi sto pedalando con orgoglio ancor maggiore del solito con quel Genova sul petto, anche per quelle povere persone e per quella città”. Pensa così che forse un senso quel Genova scritto sulla maglia ce l’avesse … Rientrato a Milano, durante una bella randonnée in compagnia di altri soci del club, vestendo tutti la divisa con quella grande scritta Genova, ripensa ai recenti avvenimenti e in quel momento riappare nella sua mente il tragico evento del crollo del viadotto Polcevera con i 43 morti e i tantissimi sfollati, visto con i propri occhi al rientro dalla Sardegna, scendendo dal traghetto: un’immagine scioccante, indelebile. Si chiede, oltre all’incredulità, allo smarrimento e alla sensazione di impotenza, se vestire la maglia Genova potesse avere un nuovo significato, se potesse in qualche modo far parte di un gesto solidale nei confronti dei genovesi. Cosa significa quella maglia?

Nasce così, un’idea che tutti gli amici del Genova hanno contribuito a tramutare in realtà.

Io credo che a Fabrizio sia accaduto qualcosa di molto simile a ciò che avvenne a me nel 1994 quando l’alluvione colpì pesantemente Alessandria e altre provincie Piemontesi. Allora, non ancora trentenne, guardando i telegiornali provai pena e un senso di impotenza … eh si, sembra sempre che eventi così drammatici possano colpire solo altre persone e non noi, e tu, pur dispiaciuto, non ne sei realmente partecipe. Ebbi un flash e mi dissi che forse qualcosa potevo fare per non sentirmi un puro spettatore: superando dubbi e timori iniziali, andai ad Alessandria ad aiutare i nostri ‘vicini’ di casa. Fu un’esperienza bellissima che mi insegnò che un piccolo gesto spontaneo e concreto di solidarietà risulta sempre di conforto a chi ha subito da poco una grave perdita.
Tornando ai giorni nostri, Fabrizio ci propone di pedalare fino a Genova in solidarietà alla città ferita: l’idea è di portare ciò che abbiamo; non abbiamo tanto, ma un cuore lo abbiamo, possiamo portare un messaggio di solidarietà, la passione per la bicicletta, la fatica condivisa con gli amici, la nostra etica associativa … un piccolo gesto, per strapparvi un piccolo sorriso. Un sorriso che dalle nostre gambe, dalle nostre biciclette, da Milano arrivi a Genova, lì da voi per unirci a voi. Uniti a voi in un abbraccio genuino, simbolico e anche non, dove il calore possa farci dire gli uni agli altri: “ciao!”
Ciao lo diciamo agli amici, quando li incontriamo per strada e magari beviamo un caffè con loro sapendo bene che li rivedremo prima o poi …

b) Perché nella vita, come in bicicletta, insieme si fa meno fatica
Qualcuno diceva un gesto vale più di mille parole, aggiungerei che a volte anche uno sguardo, una stretta di mano, una pacca sulla spalla, ci possono ricordare che non siamo soli. In un mondo a volte così difficile da capire, che ci pone quesiti cui non troviamo risposte, è importante sapere che qualcuno c’è. Magari senza voler nulla da lui, nemmeno che ci ascolti, perché forse non abbiamo nemmeno voglia di parlare, ma vogliamo sapere che quel qualcuno spontaneamente c’è, sì, perché, senza neppure conoscerlo, sappiamo che c’è e ci è vicino.

c) Porta Genova ore 7.40: si parte
partenza da P.taGenova

Ore 7.00 ritrovo in sede come da planning, arrivo puntuale pensando di essere uno dei primi, in realtà ci sono già quasi tutti. C’è movimento: bici, ruote, sacche, divise e furgone al seguito, sembra un preparativo per il Tour de France.
Partiamo puntuali per recarci a Porta Genova, foto di rito e ascoltiamo attentamente le parole di Gianantonio Crisafulli, Consigliere Federale FCI, con delega alle attività amatoriali, venuto apposta da Roma per condividere la nostra iniziativa. Nel suo sentito e lodevole discorso citerà la frase di Madre Teresa di Calcutta: “Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano”. Con noi già alla partenza sono presenti: Cristian, forte cicloamatore lombardo e rappresentante della FCI Lombardia e due ciclisti, Enrico e Massimo, della società Eurobike di Genova.
Ore 7.40 partiamo per Genova e all’inizio del nostro cammino i veri protagonisti sono il freddo, l’umidità e la nebbia, tant’è che attraversando un paesino mi sono lasciato tentare dall’idea di fermarmi ad un chioschetto richiamato da un profumo invitante di caldarroste fumanti. Ma si tira avanti, con l’obiettivo in testa e sapendo che scollinando godremo ancor più del clima mite e soleggiato della costa ligure, nostra meta di tante uscite invernali.
Si pedala come al solito cercando di mantenere medie che siano un compromesso tra non sfiancare i meno allenati e rispettare la tabella di marcia. Si procede, sentendo ogni tanto suonare il fischietto, in dotazione ai guida-carovana, per dare indicazioni al gruppo, eh si sembra facile, ma tenere compatto un gruppo di più di 50 ciclisti, come si dice … ha il suo perché. Il furgone ogni tanto, per non ingolfare il motore, va e viene e durante una sosta mentre ci scattano alcune foto, qualcuno chiederà: ‘scusi, per Genova?’
Eh si nonostante tutto, la voglia di sdrammatizzare è sempre presente e finalmente iniziamo ad “entrare in temperatura” per meglio portare il nostro calore ai cari genovesi.
Fra Ronco Scrivia e BusallaA si aggiungono una ventina di ciclisti della genovese Eurobike formando un gruppo di una settantina di partecipanti; a Busalla ci fermiamo per compattarci, scattare una foto sotto al municipio in compagnia del Presidente Liguria della FCI, Sandro Tuvo che, con un automezzo, ci guiderà sino al ponte pedonale Campi, a ridosso del Ponte Morandi, dove ci accoglie Antonio “Yuma”, ciclista genovese che ci accompagna in via Fillak, la “sede a cielo aperto” del Comitato degli Sfollati. Eccoci all’arrivo ufficiale dove, ci aspettano il Presidente FCI Liguria, i rappresentanti di ASD locali, la rappresentante del Comitato Sfollati e i nostri cari amici genovesi che ci accolgono con forti applausi. Tolti i guantini, applaudiamo anche noi … ragazzi che accoglienza! Che emozione! Con questa emozione abbiamo loro consegnato la nostra maglia e il libro del centenario ricevendo in cambio la maglia della FCI Liguria.
incontroComitatoSfollati

Poco prima sul ponte Campi, sono ricordate le vittime del crollo del ponte, con il lancio di 43 rose rosse, siamo intervistati dal servizio nazionale di Rai 3 e successivamente a 200 metri di distanza da Sky TG24 ricordando loro la motivazione che ci ha richiamato a Genova e l’analogia con il nome del nostro club. Tutto questo ve lo sareste immaginato quando sognavamo di portare un contributo? Sinceramente no e il piacere e la soddisfazione sono incontenibili: il nostro Presidente durante l’intervista farà fatica a dominare le emozioni … eh ragazzi quando i gesti sono sinceri … è bello che sia così, non siamo attori. Durante le interviste, la lunga tavolata degli sfollati intona delle canzoni in dialetto. Noi sempre più stupiti le ascoltiamo, non capiamo tutte le parole, ma sono cori pieni di energia, quasi di allegria: la forza d’animo di queste persone ci conquista e scioglie le nostre emozioni … scusate, ma non eravamo noi che dovevamo scaldare il cuore ai nostri amici genovesi?
Sono le 14.30, la pancia brontola, anche per le energie spese, fortunatamente gli amici del Comitato Sfollati ci offrono la loro focaccia ligure, come sempre buonissima, e poi, su invito del Presidente Tuvo veniamo accolti a un vero e proprio “pasta party” organizzato dalla società di Mutuo Soccorso Perugina: ci troviamo con le gambe sotto il tavolo a condividere le trofie al pesto e molto altro, gentilmente preparato dalle signore della società Perugina, la loro ospitalità è stata tale che ci coccolano anche con dolce e caffè.
Sono le 16: è ora di recarsi al pullman per il rientro a Milano, stiviamo le biciclette sul furgone e via pronti per il viaggio di ritorno.

d) Conclusioni
Che dire? Una bellissima giornata che, mi permetto di scrivere, ha colto nel segno, mi sembra che il nostro messaggio di solidarietà sia arrivato e sia stato ben accolto, sembra banale ma non sempre quello che abbiamo in mente e nel cuore viene tradotto come pensavamo … oggi la bicicletta oltre agli ingranaggi di trasmissione ha messo in moto emozioni che hanno colorato di blu arancio gli animi …

e) Ringraziamenti
Grazie a tutti coloro che hanno contribuito e permesso la realizzazione di questa bellissima giornata, in particolare ringraziamo:

  • Gianantonio Crisafulli, Consigliere Federale FCI, con delega alle attività amatoriali
  • Luca Londoni Responsabile FCI Lombardia, settore amatoriale
  • Sandro Tuvo, Presidente Liguria della FCI
  • Cristian Coladangelo, ciclista rappresentate FCI Lombardia settore amatoriale
  • Beppe Pugliese (presidente), Enrico Muda e Massimo Ciampolini della società Eurobike di Genova e tutti i loro compagni unitisi a noi a Busalla
  • Antonio Provenzale (meglio conosciuto come YUMA)
  • Luca Fava del Comitato Sfollati
  • I soci della società il Mutuo Soccorso Perugina
  • Cristiano Militello di R101
  • Alessia Cruciani di Sportweek – La Gazzetta dello Sport
  • Emanuela Sicuro di Radio Reporter
  • tutti i “genovini” che hanno organizzato e/o partecipato alla pedalata, in particolare Fabrizio Savorani che ha lanciato l’idea

f) Raccolta multimedia della giornata

g) G come … il Genova
La società Genova 1913 nasce a Milano nel quartiere di Porta Genova nel 1913. Nel periodo tra il 1920 e il 1968 raggiungerà risultati importanti: molti titoli nazionali e ben 6 titoli a livello mondiale e olimpico. Oggi è un club ciclistico amatoriale con circa 100 soci atleti e qualche decina di soci sostenitori. Accomunati dalla passione per il ciclismo pedaliamo nella natura, con rispetto ed equilibrio, aspettando tutti, nessuno è lasciato indietro, anche una volta scesi dalle nostre bici.